venerdì 30 gennaio 2009

Tempo rubato

Una montagna di carta davanti, una fila infinita di email da leggere, lo stress accumulato in troppo tempo e lo spettro di un tempo molto più lungo senza pause all'orizzonte. Ormai è un'abitudine: accendere il computer dopo cena per mettere in ordine qualche disegno o fare elenchi, interminabili, di cose da fare. Il fine settimana sfruttare le due ore che la piccola C si prende (in realtà ci regala) per dormire e usarle per portarsi avanti. È con queste premesse che non mi sento in colpa nemmeno un po' per aver rubato tempo al lavoro ... 10 minuti. Il panorama è preso dalla mia scrivania e visto attraverso quelle aberrazioni che sono le doghe in facciata: orribili stecche di metallo usate per coprire altre brutture. Ma qualcuno ha mai pensato che dall'interno sembrano (o sono?) sbarre? (Ziamaina si!) Si intravede lo spigolo di una casa veneta e le palme e il cedro del giardino di fronte.

1 commento:

ziamaina ha detto...

E il guaio è che sembro la sola ad averlo pensato, altrimenti come si spiegherebbe il perdurare d'una simil bruttura?
Aveve' che schifo, diceva qualcuno.
Per fortuna è ora di evadere...